Gruppo etnico del sud del’Angola, di lingua bantù, sembra che si siano stabiliti nella zona già dal 17° secolo. Sono seminomadi, agricoltori e allevatori di bestiame, noti anche per l’apicoltura da cui traggono il miele, che è parte importante della loro dieta, fatta di latte, pollo e polenta di mais.
Il bestiame viene ucciso e mangiato solo in particolari occasioni. Le loro condizioni di vita sono assai difficili, spesso devono fare anche 50 chilometri per raggiungere il mercato dove vendono capi di bestiame per poi approvvigionarsi di beni di sussistenza. Credono negli spiriti dei loro antenati e a un essere supremo.
Le donne di tutte le età portano collane di diversi colori, a seconda che siano sposate oppure no. Le collane si sovrappongono e vengono tramandate di generazione in generazione. Anche le pettinature, molto importanti e significative nella loro cultura, sono elaborate e particolari.
I capelli vengono spalmati con un impasto di fango, erbe, olio e sterco di animali. Le trecce che assomigliano a “dreadlocks” sono chiamate “nontombi”, il risultato finale assomiglia a un grosso polipo con quattro tentacoli. Clelia Nocchi