Tra il 1987 e 1991 nelle allora RSS, Repubbliche Socialistiche Sovietiche, si susseguirono degli eventi legati alla volontà di ritornare all’ indipendenza, il periodo andò sotto il nome di “rivoluzione cantata”. Henz Walk, attivista ed artista di origine estone, pubblicò un articolo in un settimanale coniando il termine dopo una manifestazione nell’ambito del festival della canzone svoltosi a Tallin del 1988.
I tre stati baltici non di etnia russa, nel 1940 erano stati forzatamente annessi all’URSS. Negli anni 90 erano gli unici in terra europea ad essere occupati da una potenza straniera. Molte furono le dimostrazioni di protesta, ma il 23 agosto 1989 si verificò un evento pacifico che stupì il mondo. Due milioni e mezzo di persone si presero per mano formando una catena che partì dalla città di Vilnius fino a Tallin passando per Riga.
L’obbiettivo era di catalizzare l’attenzione dell’opinione pubblica. La catena umana lunga 600 chilometri di grande valore simbolico, passò alle cronache come la “via baltica”.
A Vilnius nella piazza davanti alla bianca cattedrale, c’è una mattonella con una scritta Stebuklas, In lituano la parola significa miracolo. La “via baltica” iniziò da quel punto preciso. Non c’è nessuna indicazione che aiuti a trovarla, ma la cosa non è caso. Bisogna cercarlo “il miracolo”, anche a chiederlo, nessuno dirà dove si trovi, nemmeno le guide turistiche, tantomeno io. Perché tanto mistero?
La leggenda dice che una volta individuato il punto si potrà esprimere un desiderio e per farlo avverare basta fare un giro su se stessi nella piccolo quadrato.
Il desiderio si avvererà. E’ assicurato! Clelia Nocchi