Hautvillers – Francia

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Nel nord-ovest della Francia, nella celebre regione dello Champagne, seguiamo il percorso che si snoda tra i pendii delle verdi colline ricoperte da pregiati vigneti e impreziosito dal fiume Marna, per raggiungere il delizioso paesino di Hautvillers. Hautvillers è nel cuore della “Montagne de Reims”, detta anche “Coté des noir” dovuto alla presenza del vitigno pinot nero, ed insieme a Eperney rappresentano le capitali di quel territorio privilegiato di 30mila ettari di vigna pronti a deliziare i palati, ambedue Patrimonio Unesco dal 2015.


Il tempo, in questo incantevole villaggio, si è fermato. Le sue stradine linde e silenziose, le insegne in ferro battuto colorato, le case decorate con tralci di vite e ornate con cascate di fiori, le tendine ricamate con grappoli d’uva. Raccontano una tradizione antica, quella della viticoltura. In Francia i vini venivano già prodotti fin dal medioevo dai monaci che li usavano nel rito della messa.

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Sembrerebbe che furono i romani a introdurre nell’area i primi vitigni, ma la storia dello champagne, il “vino dei re”, detto così perchè non mancava mai sulle tavole dei regnanti, ha la sua origine proprio qui. Intorno alla sua nascita ci sono leggende e storie diverse ma tutte hanno un nome di riferimento, Dom Pierre Pérignon. Un nome che evoca ai più immediatamente uno champagne molto costoso, e questo è vero. Ma gli amanti delle bollicine sanno bene che non è solo brand.  Dietro al più prestigioso champagne c’è un mondo affascinante. Un lavoro accurato, una filosofia e che al frate benedettino, perchè Dom Perignon era un frate, si deve la scoperta di quella che gli addetti ai lavori chiamano “presa di spuma”.

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Prise des mousse dicono i francesi, a lui si deve anche l’affinamento della tecnica di produzione e l’introduzione dei tappi di sughero ancorati con la gabbietta metallica. La doppia fermentazione in bottiglia fu una vera rivoluzione in campo enologico poichè i vini di champagne prima del XV secolo non avevano le bollicine, raggiungevano solo una certa effervescenza che peraltro era considerata un difetto. Ma cosa c’entra Hautvillers con Dom Perignon? Nel 1668 il monaco, non ancora trentenne, giunse all’abbazia benedettina di Saint-Pierre con il ruolo di cellario, letteralmente “addetto alla dispensa”, e ne gestì le proprietà per 47 anni fino alla sua morte avvenuta nel 1715.

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Seguendo la regola del suo ordine “Ora et Labora”, pregava, lavorava e specialmente curava le viti, che peraltro trovò, al suo arrivo, in stato di abbandono. La sua passione per la vinificazione lo farà diventare il padre dello champagne. Alcuni a tal proposito dicono che probabilmente fu solo un colpo di fortuna dovuto ad un errore di procedimento, altri alla sua capacità intuitiva, ma di sicuro negli anni passati in monastero, di esperienza ne aveva accumulata molta. Tanto che si racconta che quando assaggiava un’uva sapeva esattamente da quale vigneto provenisse, e tra sperimentazioni andate male ed esperienze positive, sarà arrivato ai risultati conosciuti.

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La verità vera non ci sarà data saperla. Ma chiedo, ha importanza quando si tiene in mano un flùte dal perlage persistente e dal bouquet inimitabile, una poesia a les plaisir de la vie? Se andrete a Hautvillers, mèta di “pellegrinaggio” per tutti quelli del settore, andate ad omaggiare la tomba del frate enologo. La troverete nel coro della chiesa abbaziale di Saint Sindulphe, poi dopo gironzolate per il villaggio e non mancate di beare le vostre papille gustative e il vostro cuore in rue Dom Perignon con una coppa della lussuosa bevanda. A proposito di bicchieri, dove è meglio gustare lo champagne?

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Qui ho citato sia il flùte, sia la coppa, ma quella del bicchiere appropriato merita un approfondimento. Ma vi passo una curiosità in merito; si dice che la coppa da champagne sia stata modellata sulla perfetta forma del seno di una delle donne più potenti di Francia, Madame Jeanne Antoniette Poisson passata alla storia come la Marchesa de Pompadour, ma questa scommetto la sapevate già!!!     Clelia Nocchi

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