Saline di Janubio – Lanzarote

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Dichiarate dall’Unione Europea “sito naturale protetto”, le saline di Janubio sono uno dei luoghi storici del territorio spagnolo. Situate nella parte sud occidentale della bella isola di Lanzarote, una delle perle dell’arcipelago delle Canarie, le saline sono state costruite nel 1895 da don Vicente Lleò Benlliure in una laguna delimitata da una barriera di lava lunga un chilometro e profonda tre metri, che le separa dal mare, opera delle sconvolgenti eruzioni vulcaniche del Timanfaya.

Per il paese sono un simbolo di grande valore paesaggistico, storico, ma anche culturale in quanto oltre ad essere una spettacolare attrattiva sono rappresentative di un mestiere tradizionale e del legame armonico dell’uomo con la natura. L’ormai moderata attività estrattiva delle saline, che prosegue ancora oggi a conduzione famigliare, la si deve ai discendenti del suo costruttore che operano in maniera del tutto artigianale.

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Una volta erano i mulini a vento ad introdurre l’acqua del mare all’interno della laguna, ora si usano pompe elettriche ma poi è il sole che fa il resto. Quando nel 1970 erano elemento fondamentale dell’economia dell’isola, si producevano ben 10.000 tonnellate annue, oggi si aggira sulle 2000 tonnellate. La maggior parte del prodotto, quello di alta qualità, viene utilizzato in campo alimentare, il resto per la salagione del pesce. Nella storia dell’uomo il sale è sempre stato considerato un bene di prima necessità indispensabile per la conservazione dei cibi e per uso alimentare, tanto indispensabile che per i popoli e i paesi, la sua scarsità era indice di povertà. Non a caso al prezioso minerale, chiamato oro bianco, gli venne conferito il valore di moneta.

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Libri e documenti raccontano e attestano i profondi significati simbolici civili e religiosi legati al suo uso. Nell’antica Roma si era solito pagare i soldati delle legioni con quantitativi di sale e viveri. Da qui il termine “salario”, ancora utilizzato per indicare una retribuzione lavorativa e la via Salaria, strada consolare romana usata per il trasporto del minerale con i Sabini.

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Le colorazioni rosate e rossastre dell’acqua nelle vasche compongono un mosaico policromo che contrastano con il blu dell’oceano e il bianco dei mucchi di sale estratto, un quadro naturale di grande bellezza.

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Le varie nuance che si osservano, ovviamente non sono artificiali ma sono dovute ad alghe “dunaliella salina”, a crostacei come “artemia salina” e a batteri “halobacterium salinarum e halbium”. In primavera ed in autunno questo sito è il preferito da uccelli migratori, garzette, chiurli e trampolieri che fanno compagnia alla splendida upupa ed al trombettiere che lo hanno scelto come luogo di riproduzione.

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Un habitat di grande importanza naturalistica. Mare, terra, uomini e animali, una simbiosi che piaceva molto al famoso artista, architetto lanzarotiano Cesare Marinque: “Siempre me ha impresionado la visión de una salina.

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Las de Lanzarote me han llamado la atención por su lineal belleza y por su cegador colorido” (“La vista di una salina mi ha sempre impressionato, ma quelle di Lanzarote mi hanno colpito per la loro lineare bellezza ed il loro colore accecante”).    Clelia Nocchi

INFO: Le saline non sono al momento visitabili ma si possono acquistare i prodotti presso la Botega de Sal.

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