Olanda: Kinderdijk

Si usa dire che “Dio ha fatto il mondo e gli olandesi hanno fatto l’Olanda”. La coabitazione tra uomo e natura è un rapporto complesso e antica di secoli in questo paese. Essere sotto il livello del mare ha comportato una faticosa lotta tecnologica fatta di dighe, chiuse, canali e la creazione dei polder, i tratti costieri di mare prosciugati. Uno sforzo cooperativo che ha permesso a quel 65% di territorio di non finire sommerso.

La zona di Kinderdijk non lontano da Amsterdam è uno di quei luoghi, non solo emozionanti ma dove si può conoscere e capire il sorprendente sistema della gestione delle acque, ed è per questa sua funzione che è stato ufficialmente incluso nel patrimonio mondiale dell’Unesco nel 1997. Un panorama fatto di acqua, di vento e di 19 vecchi e coraggiosi mulini ancora perfettamente funzionanti e funzionali, che raccontano il loro ruolo di protagonisti nella battaglia con l’acqua. Mille anni fa questa zona era un enorme torbiera dove attraverso un lavoro di bonifica si permise ai coloni, attratti dalle fertili terre, di costruire le proprie abitazioni.

Ma fu in una tempestosa notte di novembre del 1421 che Kinderdijk entrò nella storia olandese. Il terribile alluvione Sant’Elisabetta distrusse i malmessi argini del polder allagando tutta l’area dove migliaia di persone annegarono. Ai sopravvissuti non restò altro che constatare l’immane disastro ed qui che subentra il racconto che spiega il significato del nome Kinderdijk, la diga dei bambini. Si narra che una culla, da cui proveniva il pianto disperato di un bimbo, ondeggiava sull’acqua grazie ad un gatto che saltellando da una parte all’altra la teneva in equilibrio, alla vista di quella improvvisata e instabile imbarcazione la gente gridò “il bambino si è salvato!!”

Ancora oggi questo luogo è legato a quell’immagine salvifica ed è ricordata con una scultura posta in uno dei canali. Ne è passato di tempo da quella sciagura, le attività di drenaggio e di contenimento si sono evolute e migliorate e i nuovi e potenti impianti di pompaggio utilizzano imponenti viti di Archimede. Ma i suggestivi mulini vigilano attenti sempre pronti ad entrare in campo, orgogliosi del loro passato e consapevoli che non possono andare in pensione. E metti che improvvisamente andasse via l’energia elettrica?

https://www.kinderdijk.com/

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