Francia, le cantine Pommery

Una sontuosa scalinata scende nel regno sotterraneo, 116 gradini ci portano a 30 mt di profondità dove la temperatura cambia e la luce soffusa è quella artificiale. Un luogo affascinante e misterioso. Siamo in antiche cave di gesso di origine gallo- romana. Nel 1868, in quello che fu il più grande cantiere del secolo, le 120 cave presenti nel sottosuolo della di città di Reims, in 10 anni di lavoro, furono rese percorribili e collegate fra di loro in 18 km di gallerie.

Alle pareti della parte visitabile quattro pregevoli bassorilievi creati dallo scultore G. Navlet. Questi spazi di roccia sono diventate le cantine di uno dei marchi più prestigiosi nel mondo dello champagne; l’azienda Pommery . In questo tempio, venticinque milioni di bottiglie vi riposano per l’affinamento, nel silenzio, ma non sole.

Periodicamente la maison arricchisce il percorso dei visitatori con opere e istallazioni provenienti da artisti da tutto il mondo. La metamorfosi della casa vinicola, fondata nel 1836 porta la firma di Madame Louise Pommery che nel 1868 dopo la morte del marito ne assunse la direzione, probabilmente consigliata anche dalla sua amica madame Cliquot, altra dama dello champagne.

La costruzione di un fastoso palazzo Elisabettiano, l’acquisto di vigneti di alta qualità, il rinnovo estetico delle bottiglie, traducono la personalità audace, determinata e visionaria di Louise che dà un impronta tutta femminile alla vignoble che raggiunge l’apice in una formidabile intuizione. In quel tempo lo champagne era un vino dolce, molto dolce, così erano le preferenze dei mercati nazionali e internazionali. Veniva prodotto aggiungendo al momento della sboccamento, uno sciroppo zuccherino il “liqueur d’expedidion” che permetteva anche di nascondere le imperfezioni. Ma madame Louise era una donna di grande perspicacia e anche se non era un esperta era attenta osservatrice.

Aveva percepito che i gusti dei suoi clienti stavano mutando e confrontandosi con il suo “chef de cave” gli impose di ridurre drasticamente la quantità di zucchero. Voleva un prodotto secco, raffinato, leggero ed elegante. Le uve vennero così raccolte più tardi rispetto ai concorrenti , per dar modo di aumentare naturalmente gli zuccheri ed evitare di aggiungerlo . Era il 1874 e madame fece nascere il primo champagne brut millesimato della storia. Fu un successo, immediato e strepitoso, una svolta epocale. Grazie alla sua predisposizione per le pubbliche relazioni, la maison diventò meta di una clientela elitaria ansiosa di assaggiare le nuove bollicine e visitare le belle cantine.

La maison fu proiettata in un futuro lastricato di riconoscimenti e di fama e anche il turismo enologico, così in voga ai nostri giorni le è sicuramente un pò debitore. Generosa di idee ma anche di cuore fu grande mecenate, alla sua morte il presidente francese di allora per onorarla le riservò un funerale di stato e in sua memoria la città natale, Chigny diventò Chigny les roses per ricordare il suo grande amore per le rose. Grazie Louise se oggi beviamo brut!

www.coloridisabbia.it

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