Era il 9 novembre del 1993, alle 10.15 il ponte della città di Mostar, preso a cannonnate crollava rovinosamente nelle acque gelide del fiume Neretva. Il “Vecchio”, come veniva chiamato affettuosamente dagli abitanti, commissionato dal sultano Solimano il Magnifico, era stato edificato in sostituzione di quello di legno, così insicuro e instabile.
All’epoca erigere un ponte era considerata un opera di grande beneficenza , non a caso il Papa è chiamato Pontefice “costruttore di ponti”. “Il Vecchio” aveva unito per quasi 500 anni le due anime della città. Poi diventato simbolo, di una lotta fratricida nella guerra sporca dei Balcani. La sua ricostruzione fortemente voluta è ora patrimonio dell’Unesco, ma l’odio è rimasto, ora unisce solo le sponde del fiume….